SANT’EGIDIO – Puntuali secondo la tabella di marcia e come ampiamente annunciato, questa mattina alle 9 sono cominciate a Sant’Egidio, in via Murri, le operazioni di abbattimento dello scheletro dell’ospedale mai costruito. Quello che per 55 anni ha rappresentato il più evidente spreco nella sanità, un monumento dello sperpero del denaro pubblico, sta per scomparire definitivamente. La Asl di Teramo, con una delibera dell’aprile 2012, ne ha deciso la distruzione per sistemare l’area di 4.800 metri quadrati, per fare spazio molto probabilmente a una Residenza sanitaria assistita, secondo quanto ha chiesto il direttore generale Giustino Varrassi alla Regione Abruzzo. Questo scheletro, che doveva costituire l’ossatura di un moderno ospedale che servisse un’area vasta come la Val Vibrata, è lì dal 1958: alle centinaia di milioni di lire servite per appaltare i lavori e far crescere un monumento all’incompiuta, si aggiungono oggi 180mila euro per abbatterlo. L’inizio dei lavori porta la data del 1958, con l’ambizioso progetto di costruire quello che avrebbe costituito il quinto ospedale della provincia. In 11 anni di tentativi, non si riuscì a ipotizzare una integrazione con l’ospedale di Sant’Omero, già attivo, per evitare inutili reparti doppioni; il 1977 fu l’anno in cui si registrarono le ultime tracce di presenza di operai nel cantiere fantasma. Da quel giorno niente più fino alla decisione di oggi del governo Varrassi che ha detto stop all’incuria: questo pessimo esempiio di gestione dei fondi destinati alla sanità sarà cancellato dai Caterpillar che da stamattina sono al lavoro nell’area di via Murri.
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